Cape Argus: quattro leoni e due pantere
Siamo partiti con una programmazione perfetta, studiata nei particolari per consentirci di assaggiare un po’ delle meraviglie che offre Città del Capo a partire dalla salita in teleferica a table mountain con un panorama mozzafiato a più di mille metri di altezza .
Sapevamo tutti che era un bel posto, ciononostante la città ci ha sorpreso accogliendoci con un tempo da sogno, una luce da set cinematografico e sorrisi dappertutto. I paesaggi e la coesione del gruppo infondevano lietezza, le giornate prima della gara sono state ben vissute, le ore trascorrevano velocemente con pit stop ai box per preparare le bici da corsa che avevamo noleggiato .
Ci siamo ritrovati in griglia quattro leoni e due pantere. Impossibile mollare. E c’era anche una leonessa senza bici ma con videocamera. Cuori pieni di generosità e passione che hanno fatto scintillare le strade in cui l’allegria non mancava.
Un serpentone di 35.000 biciclette dopo una partenza con festa all’americana, musica, majorette e starter sui trampoli, lungo il percorso la gente applaudiva al nostro passaggio mentre preparavano e gustavano deliziosi barbecue dai quali emanava un profumo di salsicce che invitava la sosta .
Un po’ di tutto in giro, genti di tutti i tipi, un panorama splendido ci ha accompagnato lungo tutta la gara dove a pochi metri stazionavano babbuini, foche e pinguini, qualche salita percorsa in agilità, forature e guai meccanici superati brillantemente con l’ausilio di un vero meccanico .
Il nostro gruppo ha rappresentato il Cassinis Cycling team degnamente anche nell’emisfero australe e le nostre maglie, fornite per l’occasione da Massimo, sono state notate ed invidiate .
Una autentica emozione essere li!
Per la cronaca il vincitore (certo Tayler Day) ha coperto i 110 Km del percorso in 2 ore e 32 minuti e la prima donna in 2 ore e 48, il corridore più anziano aveva 91 anni e ci sono state alcune cadute, ma senza gravi conseguenze e poi tutti al traguardo .
L’organizzazione perfetta di Roberta prevedeva ancora qualche cosa, ci aspettava una serata con mangiata, risate e vivaci racconti scambi di impressioni. Oramai la serenità era diffusa e la giornata di chiusura ha catturato l’attenzione del palato. Un misto di colonizzazione olandese e viticultura francese ha aggiunto originalità a sapori ben noti.
Il giorno dopo per finire visita ad una tenuta agricola immersa in un bel panorama montano con degustazione dei vini sudafricani e quindi il ritorno e rientro già pronti per la Franciacorta.
Un saluto cordiale a tutti i componenti del nostro club sperando che queste righe riescano a trasmettere a tutti l’atmosfera di questo evento.
Cape Argus: cronaca di un viaggio
Nell'ambito delle iniziative anche dette "da Zibido San Giacomo a Rio de Janeiro" per un ciclismo che ci consenta di pedalare con la stessa scioltezza e gioia di vivere in ogni anfratto del nostro pianeta, quest'anno abbiamo scelto di partecipare alla più popolata gran fondo al mondo: la Cape Argus di Cape Town (Città del Capo), nel sud più sud del continente africano.
Un gruppo qualificato (come sarebbe stata una qualunque equipe del Cassinis Cycling Team) della nostra squadra maravilhosa , sotto la guida materna, ma severa, di Roberta Bentoglio si è assunta l'onere, la responsabilità e la fortuna di fare da apripista in questa prima esperienza intercontinentale di gruppo.
Purtroppo Antonello ha dovuto desistere dall'impresa.
Una caduta, anzi un volo, in occasione di una gara di MTB, l'ha reso inidoneo non solo alla gara ma anche al viaggio in aereo che si presentava piuttosto lungo.
Alla partenza Max Esposito ci ha consegnato in dono le magliette evocative della trasferta su cui campeggia ben in evidenziava il logo del nostro club, e quello di Cicli Esposito, uno dei nostri sponsor ufficiali.
Io, Marco S.; Roberta, Beatrice, Enrico, Max e Teresa siamo partiti nella sera di giovedì con tanto entusiasmo e aspettative.
I giorni a Città del Capo sono stati fantastici.
Per questa edizione abbiamo deciso di unire la partecipazione all’evento sportivo, con la visita turistica alla Città, nei luoghi che la circondano: Table Mountain, il Capo di Buona Speranza, l’Oceano, i pinguini, le foche.
E’ una splendida città, per i suoi colori, la sua natura e la sua fauna.
E’ una città cosmopolita, popolata da africani di origine inglese e olandese “allegri”, più biondi degli originali, da africani come li intende il senso comune, da asiatici, eccetera.
E’ un altro luogo, è Africa, anche se, probabilmente, un'Africa diversa.
Sabato pomeriggio, smessi l’abito del turista, abbiamo indossato quello del ciclista.
Qui Massimo Esposito ha fatto un lavoro eccezionale, sistemando le bici noleggiate che dimostravano in tutto e per tutto questa condizione.
La Domenica, finalmente la Gran Fondo.
Eravamo in oltre 35.000, la nostra partenza è stata fissata alle 7.51, eravamo con il gruppo d’oltreoceano.
Non partivamo tra i primi.
Ciò che ha colpito è la varietà dei concorrenti, ce n’era di tutti i tipi: ragazzi di 14 anni, anziani, ragazzi di colore in bici da corsa con i sandali.
C’era una signora con una scritta sulla schiena con cui pregava i ciclisti di evitarla girandole attorno per non travolgerla.
Quando siamo partiti i primi stavano arrivando.
Il percorso totalmente chiuso al traffico, in sé non era troppo difficile, con continui saliscendi, la difficoltà maggiore avrebbe dovuto arrivare dal forte vento che ha sempre caratterizzato la corsa e che l’anno scorso aveva provocato molte cadute per la sua forza.
Quest’anno siamo stati fortunati, infatti, c’era molto sole, e un leggero vento molto gradito.
In tutto il percorso siamo stati accolti con feste, tutta la popolazione si è riversata lungo la strada, con pic nic, barbecue, e balli.
Erano tutti allegri e gentili.
Diverso dal clima che normalmente si respira nelle nostre gran fondo.
I panorami erano fantastici, il mare e la costa. Mai avrei immaginato di partecipare ad una competizione sportiva costeggiando il “Capo di Buona Speranza” che mi ha riportato quando ero bambino e studiavo geografia.
Alla meta siamo arrivati tutti.
In conclusione si devono ringraziare ancora una volta tutti i fantastici compagni di viaggio per questa ennesima avventura che consente di allietare il tempo che trascorre inesorabile.
Mario