Una giornata di bici, per sole donne...

 
Sono le 7.29 mentre io e Andrea scorgiamo, all’angolo di Via Romilli con Piazza Bonomelli, un’auto con due sagome intente a caricare una bici. Mentre ci avviciniamo  riconosciamo Bea e Roberta S., che ci avvisano che il luogo di ritrovo indicato sul nostro mitico “depliant di 7 pagine” è sbagliato. Non c’è nessuna pasticceria Lorini in Via Romilli, dice Bea. Iniziamo bene mi dico io, parte integrante della cosiddetta organizzazione…Dopo tutto si tratta di dettagli, mi dico: Via Romilli e Via Ravenna hanno nomi assonanti, due doppie, iniziano per R e stanno (per fortuna!!!) a pochi metri l’una dall’altra.
Con l’ottimismo in corpo mettiamo in azione tutti i nostri cellulari e nel giro di pochi minuti ci raccogliamo da Lorini in Via Ravenna. Alla colazione sono presenti tre intrusi (Papi, Ale e Max) che, mossi da una curiosità senza pari, non hanno resistito alla possibilità di vederci partire.
Ci contiamo e alle 7.50 ne manca già una all’appello: Fiorenza, pare che sia ancora in giro per la zona alla ricerca della pasticceria. Partono altre telefonate e finalmente la localizziamo. Onde evitare di limitare la gita alla sola zona Corvetto, Barbara la va a prendere e finalmente partiamo, con circa 15 minuti di ritardo rispetto al programma. Niente male come inizio del CASSINIS IN ROSA 2011, prima esclusivissima edizione.
Il viaggio va liscio e arriviamo al parcheggio di Pusiano, dove incontriamo altre quote rosa provenienti da zona Piola.
Mentre prepariamo le bici, orde di ciclisti transitano lungo il lago ma non possono fare a meno di buttare l’occhio sul parcheggio che, benché riparato dalla strada, emette schiamazzi con livelli di decibel che non permettono indifferenza. Alla vista del gruppo di donne addette al montaggio ruote, arrivano i primi commenti e fischi da parte del pubblico. Prese da un’euforia diffusa iniziamo con gli “ole’”, intonati da Ba e rinforzati dalle dolci voci delle restanti 12. Vi lascio immaginare cosa sia successo quando abbiamo fatto la prima serie di autoscatti pre-partenza...
Finalmente ci siamo. Le bici sono pronte, personalizzate con una placca (non so come si chiami quell’affare da mettere sul manubrio con il numero…). La placca in questione riporta il nome di ognuna, una chicca di gran classe!
 
 
 
Sono le 9.20 e partiamo, avendo accumulato un ritardo di soli 5 minuti rispetto al ritardo della tappa precedente, per un totale di 20 minuti. Praticamente niente e con un trend in diminuzione.  
Vista l’efficienza, dopo ben 200 metri ci fermiamo al bar per caffè, croissant e pipì di rito. I ciclisti che arrivano nel frattempo al bar sperando in un breve pit stop, provano un evidente sentimento di disperazione alla vista della fila davanti al bagno unico. La maggior parte scappa, probabilmente verso il primo albero, mentre qualcuno resiste intavolando le prime domande sulla nostra provenienza (rassicuriamo tutti che siamo terrestri e milanesi) e sulla nostra destinazione (Ghisallo…senza specificare da che lato, il che ci rende immediatamente delle coraggiose).
Ore 9.50: breve briefing sul percorso e davvero si parte. Il serpentone si dirama sul percorso ma rimaniamo sufficientemente compatte per destare l’attenzione dei numerosi ciclisti che scendono in senso opposto. I commenti sono molteplici anche se non troppo fantasiosi sul tema, mentre variegate sono le modalità di espressione: “oh, ma son solo donne”, “brave, belle”, “ueh tusann”, ecc.ecc..incluso “quanta f….” forse intendevano “quanta fortuna incontrarvi sulla strada???”
Se tutto va bene, da domani ci sarà un’impennata di richieste di associazione da parte di uomini.
La nostra gita fa già il giro del triangolo lariano mentre noi conquistiamo la  prima salita: siamo tutte felici sul Ghisallo. Barbara estrae dallo zaino lo striscione del Cassinis e ci dirigiamo verso il monumento al ciclista per le foto. Ci impadroniamo del monumento, inclusi i 4 ciclisti seduti a riposare, ai quali chiediamo di tenere lo striscione per le foto (“per favore, nascondetevi però dietro lo striscione perché non vi si deve vedere”). Divertiti stanno al gioco mentre noi urliamo a squarciagola “Cassinis olè” per svariati minuti e finiamo anche nelle foto di sconosciuti, da tanto siamo caratteristiche.  
Ci ricomponiamo (ormai il ritardo non è più calcolabile) e riprendiamo la bici, scendendo verso Bellagio.
Riceviamo i primi contatti con le nostre ammiraglie, che sono sulla strada per Onno Valbrona, nostro prossimo obiettivo. Carol, grande organizzatrice, cerca di capire fra quanto arriveremo. Cerco di spiegarle che questa stima è praticamente impossibile…lei è abituata ad Alberto, che non ha scarti superiori ai 5-10 minuti, ma capisce al volo che deve cambiare registro. Conferma che arriverà prima di noi in cima, noi ci crediamo senza remore. Il suo pronostico si avvera e finalmente tutto il gruppo delle Cassinis in rosa si ritrova. Le nostre meravigliose ammiraglie ci abbracciano ed è obbligo fare una sosta davanti alla fontana “in onore del ciclista” dove parte il servizio fotografico, incluso srotolamento dello striscione Cassinis.
A questo punto il ritardo è clamoroso quindi chiamiamo il ristorante per comunicare che arriveremo con mezz’ora di ritardo. Questo ci fa sentire meno in ritardo e quindi la sosta si prolunga ancora, con foto scattate dalla mitica Teresa “Cingolani” in ogni angolo della strada. Quando abbiamo esaurito le possibili pose di scatto ripartiamo, ripercorrendo gli ultimi chilometri del nostro bellissimo giro. Al passaggio nel centro di Canzo le ammiraglie ci attendono urlando “forza cassinis”, e anche qui non passiamo inosservate.
Nella foga del ritorno riusciamo a perderci e parte il momento fantasioso del gruppo in testa, che al bivio per Pusiano tira dritto verso Erba. Un piccolo gruppo rimane indietro a causa di un problemino meccanico (ci è andata bene, niente forature, solo una catena cascata) prontamente risolto. Per un insieme di magie i due gruppi ritrovano il parcheggio. Il giro è finito. E che giro!!!!!!!!!
Il momento del caricamento bici e cambio abbigliamento avviene in velocità e non senza momenti di interesse. Per velocizzare alcune decidono di sentirsi in spiaggia e si cambiano alla luce del sole…spettacolo senza pubblico visto l’orario di pranzo.
Raggiungiamo la trattoria La Pergola, dove la proprietaria ci attende ormai senza speranze (sono le 14). Pranzo superlativo. Gli schiamazzi non cessano. Le foto continuano. Parliamo di ciclismo (più o meno) e soggetti correlati (ssssshhhhh!!!!!!!!!!!!!).
Giornata da 10 e lode.
 
Un grazie di cuore a tutte
Ross
 
 

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