Cross Country Vençoise - Solo gloria…e fango!

VTTVENCE

Oggi sfodero io la stilografica per un breve racconto della competizione in cui ci ha coinvolto il nostro spumeggiante Presidente.

Ieri mattina alle 8.50 (appuntamento h.8.30 ma c'è lo sfasamento dovuto al fuso orario Cassinis) saliamo sui nostri destrieri di carbonio per raggiungere la linea di partenza della Cross Country Vençoise. La gara, confermata nonostante le 48h precedenti fossero state sfogo rabbioso di Giove Pluvio, si svolge in un bosco alle porte della ridente località che tutti conoscete.L'entusiasmo è alto e nonostante il cielo conceda solo alcuni attimi di tregua dalla pioggia, arriviamo alla partenza, ci iscriviamo e partiamo per una breve perlustrazione. La temperatura è mite, il terreno fangoso e scivoloso al punto giusto.Alle 10,00 alla partenza siamo una quarantina. I più avveduti (francesi) in corto senza orpelli, altri variamente abbigliati. Al solito per bellezza e signorilità spiccano le divise del Cassinis.

Il “CASSINIS FANGOISE TEAM” è composto da Monsieur le "maravhiliose" Président Mariò, Antonello HIGH VIZ, Cristian "semipro" Kelemen e Iron-nonmidevofaremale Sciarro. La partenza è forsennata. La mattanza dei tonni a Marsala è uno spettacolo per bambini al confronto. Il giro di lancio prevede un paio di Km di carrareccia in cui l'unica difficoltà è la velocità irragionevole. Si entra poi nel primo tratto di single track, mista, pozze di acqua, fango, salite discese, sassi, radici, pini marittimi, c'è tutto.

Cercando di ricordare che non vince chi raccoglie più escoriazioni e botte (gli alberi si schivano o si abbracciano?), spingo sui pedali. Dopo mezzo giro sono ampiamente fuori soglia e ultimo. Seguo il Presidente, gli altri non si vedono già più. Affrontiamo un tracciato bellissimo e molto vario mentre Giove Pluvio inclemente non mostra compassione e poggia la sua mano fradicia sulle nostre schiene curve.
Sul tratto pedalabile allungo, supero un concorrente con l'aria smarrita e lascio Mario alla sua gara.Siamo ultimi, ma non siamo ancora morti.
Ogni concorrente che recupero, ogni schizzo di fango sulla faccia mi galvanizza e mi fa spingere più forte.
Il primo giro è fatto. Spingo al massimo per non essere doppiato (devo farcela, devo farcela) e scopro che il secondo giro prevede l'abbandono della carrareccia per un tratto all'interno della pineta che mette alla prova i riflessi e le capacità di guida.

L'entusiasmo aumenta di pari passo alle difficoltà.

Tornato sul tracciato già percorso prendo confidenza e cerco di spingere di più, con l'orecchio teso a sentire il frustare di catene alle mie spalle... no ancora i primi non arrivano.Dopo un toboga con tornantini micidiali, si esce per un tratto di push bike tostissimo.. alla base del quale arrivo, scendo e vengo affiancato dal primo. Pelle verde e orecchi allungate. Un alieno. Lo guardo e penso "no ragazzo, in sella non c'è storia ma a piedi non è ancora nato il ciclista che supera lo Sciarro". Affrontiamo la salita bici a mano come fosse una sfida per la vita, corro e guadagno 15 poi 20 metri.. il tempo di montare in sella con un mezzo sorriso di soddisfazione e il mio avversario risale agilmente in sella (secondo me non ha le scarpe con le tacchette ma i piedi prensili), due colpi di pedale e guadagna 50m. Amico mio, non sarà così facile.. in un'altra vita.Percorrendo il terzo giro, penso che forse non è un male fermarsi a tre, la stanchezza comincia a farsi sentire e corro qualche rischio di troppo.Ultimo sforzo, due pozze di acqua e fango salutano l'ultimo tratto, un passaggio tra i pini ed ecco il traguardo con lo speaker che nella lingua nativa dei Galli mi accoglie.La soddisfazione è grande, la fatica altrettanto pari solo alla consapevolezza di aver compiuto una nuova impresa memorabile.

Grazie Presidente, grazie Cassinis.

IronSciarro

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