I Cassinis MTB ad est! est!! est!!!
Prima domenica di maggio 2013 molto migliore, non solo dal punto di vista meteo, delle previsioni. Ma come dice il nostro Presidente... "cosa sono le previsioni?" (almeno quelle meteo).
Ecco i componenti della sezione MTB della Cassinis che, come formiche sciamanti ad invadere il nord est! d’Italia, addirittura si incontrano e si salutano in autostrada, mentre sono diretti verso le rispettive e diverse destinazioni. E tutti orgogliosi di indossare la divisa Cassinis già poco dopo l’alba...
Domenica 5 maggio i nostri MTBatleti sono impegnati su ben tre fronti:
- La Pedalata Sociale, a Carpaneto Piacentino con gli amici BDC
- La Conca d’Oro, GF in calendario a Odolo, nel Bresciano, valida per il trofeo Cassinis MTB
- La mitica, e solo per pochi, Rocky Mountain Marathon Ronda Extrema, a Riva del Garda.
Lasciamo il racconto della Pedalata Sociale ai cugini stradisti e veniamo invece a questa domenica molto particolare per le ruote grasse.
Ad Odolo, BS, si danno battaglia due Stump Carbo 29ers (Paolo Ventinover e Agostino) e due 26ers (Cannon Roberto Santini Flash Carbo Plus e Giulio Stump Alu Minus). Il percorso non è poi così impegnativo: 44 km con 1440 m di dislivello, non troppo tecnici e abbastanza veloci, su fondo - quest’anno - finalmente asciutto!
La partenza, al solito è a rombo di tuono per Roberto S. che saluta i suoi compagni già dalla griglia di partenza, intenzionato a far perdere sin da subito le proprie tracce par quasi ad evitare un 41 bis... Paolo, Agostino e Giulio invece, giunti in griglia all’ultimo, pur ostentando calma e tranquillità, schiumano e scalpitano non vedendo l’ora di randellarsi (metaforicamente), sperando magari (vanamente...) di poter ragiungere anche solo per un insulto veloce, il Santini borioso.
Tutti si comportano molto bene; l’ordine di arrivo è chiaro già dopo una dozzina di km di gara, quando Giulio, dopo aver salutato Agostino sull’asfalto UHT scremante, riprende Paolo sulla prima, vera, lunga salita. E all’urlo “Uè Busetti!!!” (allusione allo sponsor più visibile stando dietro ad un Cassinis aeorodinamicamente attaccato ad una MTB che pende oltre il 20%) supera il compagno di squadra e di domeniche a ruote dentate.
Nota tecnica per dovere di cronaca (che si inserisce nell’ambito di una lunga dissetazione fisico-matematico-agonistica): sul muro del Bertone (pendenza su cemento sporco intorno al 30%) solo i 26ers (con doppia corona!) possono permettersi di non sganciare i pedalini (grossa soddisfazione per gli ormai nostalgici dell’ormai vintage 26 MTB...).
All’arrivo, dopo 2 ore e 34 (già, il Santini) e nel giro di poco meno di mezz’ora, tutti. Stanchi e felici.
Ma veniamo ora al piatto forte, anzi fortissimo, della giornata: la Rocky Mountain Marathon Extrema, a Riva del Garda. Qui l’'istrionico Uli Stanciu, tedesco trasferitosi a Riva del Garda ideatore e tracciatore della Bike Transalp e della Rocky Mountain bike, ha pensato bene per quest’anno, coadiuvato dal suo collega italiano Loris Tagliapietra, di cambiare il percorso della Marathon. Questo per regalare ai concorrenti un tracciato diverso con segmenti tecnici tali da rendere questa gara Extrema-mente impegnativa. 93.000 m di percorso con un dislivello di 381.400 cm di pura MTB!
Tre i Cassinis approdati – ooops, sciamati – qui a Riva: Roberto Rogate, Michele Berta e Roberto Redaelli.
Roberto Rogate si è presentato puntuale in griglia nonostante la poca preparazione atletica: questo rende onore al suo cuore, non troppo allenato (al momento) ma sicuramente enorme. La sua gara purtoppo termina dopo 4 ore, 3 cadute (fortunatamente non serie), 2 vomitate ed 1 pizza ristoratrice. Aver fatto tanto merita l’encomio collettivo. Tentare una prova del genere con una bici in “prestito” non perfettamente settata e perdipiù in uno di quei momenti della vita in cui ci si trova a dover fare i conti con cose troppo più importanti a scapito delle proprie passioni... beh, è solo per pochi grandi.
La gara di Michele e di Roberto Redaelli invece si sono felicemente concluse al traguardo. Eccome: rispettivamente in 6 ore e 17’ e 5 ore e 45’. Al termine il volto del grande Michele (pessimista alla vigilia) ci dicono i presenti, provato dalla fatica, esprime un’immensa soddisfazione. Gli occhi sprizzano felicità, per l’impresa brillantemente conclusa e per essere riuscito senza problemi a fare bene tutte le discese, molte delle quali veramente tecniche: anche l'ultima (che è la stessa della Transalp dell’anno scorso); cosa ritenuta impensabile fino a pochi mesi fa.
Possiamo infine solo immaginarcela la faccia di Roberto Redaelli, modestamente ultrafelice per la prova; per aver sapientemente gestito le forze (anche se l'ultima salita e l'ultima discesa più che farle, ci dice, le ha 'subite'). Ma senza crisi di fame o di sete o problemi meccanici. Che dire... 81° posto ASSOLUTO e decimo degli italiani. Un colpo del genere poteva assestarlo solo una grandezza dal volto umano. Chapeau. O dovremmo dire ‘Hut’?
E per tutti indistintamente, la gioia di far parte del Cassinis, celebrata in tre province. Tutti - quasi contemporaneamente – stanchi e felici davanti a birre, vino ed altre gozzovigliose calorie. Alla faccia di teorie e teoremi sull'alimentazione pre e dopo gara...
F.to Giulio e Redaroby