Le Roc d’Azur? Bien sur, il y avait aussi le team Cassinis!

L’open day Cassinis di fine anno, che nel 2012 si è tenuto lo scorso 3 dicembre, rappresenta un po’ anche la finestra da cui affacciarsi per gettare uno sguardo sulla stagione che deve cominciare. In quest’occasione si è parlato molto del  2013, ed anche dei vari appuntamenti internazionali che vedranno impegnati gli atleti Cassinis Cycling. Anche noi della sezione MTB abbiamo inserito alcuni appuntamenti “esteri” per arricchire il nostro calendario.

Il ricordo della Roc d’Azur 2012 è vivissimo e molto positivo, per cui si è deciso confermarla anche per il 2013, affiancando a questo prestigioso appuntamento altre blasonatissime manifestazioni internazionali.

Per chi non lo sapesse, la Roc d'Azur é il più grande ritrovo europeo di MTB. Un carosello di eventi e di gare lungo cinque giorni. Dal 9 al 14 ottobre 2012 Fréjus, in Costa Azzurra, è stata invasa da migliaia di bikers e spettatori da tutto il mondo. Uno spazio espositivo da far impallidire le più famose fiere del ciclo; un susseguirsi di eventi ciclistici e di prove per tutti i gusti e livelli; dimostrazioni, test, esibizioni. Numerose le prove di MTB in programma, culminanti nella storica “Roc d’Azur” di domenica: competizione valevole per il Campionato del Mondo UCI. Un percorsino di 56 km con 1800 m di dislivello, tutti, ma proprio tutti, “belli tecnici”.

 

E a Frejus nel 2012 c’eravamo pure  noi. Per provare, per partecipare, per capire il perchè di tanta fama e partecipazione (tra atleti, accompagnatori espositori e indotto si parla di oltre 250.000 persone). Ed è forse proprio la partecipazione il punto di forza, ed al tempo stesso di debolezza, di quest’evento. Con certi numeri, nonostante l’impegno e la mostruosa macchina organizzativa (solo i volontari erano oltre 700) qualche intoppo è sempre probabile e del tutto lecito. Roberto, Giulio e Mario, il super-Presidente, con il supporto di Barbara erano lì già dal venerdì, a respirare aria di festa e di sport ad altissimo livello. E non sono mancate le soprese. Oltre a toccare con mano le utlime novità ciclistiche, può infatti capitare di chiacchierare amabilmente, tra una prova e l’altra, con un simpaticissimo Marco Aurelio Fontana; di affiancare per strada (bisogna prima raggiungerlo, vero Giulio?) e stringere la mano ad un certo Julien Absalon (oro olimpico nel 2008, vincitore di tutto il vincibile in MTB); vedere Christoph Sauser che si appresta a partire...

 

Ma veniamo alla prova “regina”, la GF di domenica 14 ottobre 2012. 5500 concorrenti in partenze scaglionate ogni 15 minuti. In prima griglia nomi del calibro di Fontana, Absalon, Sauser, Tempier e tanti nomi che ai non addetti forse diranno poco. Già, finchè non li vedi pedalare... Portare a termine un percorso del genere alla media di oltre 25 km/h non significa solo essere grandi atleti. Significa essere dei mostri. In ottava ed ultima griglia (e meno male che si erano iscritti a gennaio!) separati dai big da qualcosa come 4500 bici, ci sono anche Roberto Santini e Giulio Vozzolo.

Le partenze susseguitesi nel pratone della Base Nature di Frejus sembravano la fuga di centinaia di gazzelle in una steppa impolverata. Dapprima pochi chilometri di pianura a velocità di tuono, per poi entrare nel vivo della gara, catapultati nella grandiosa macchia mediterranea delle colline dell'Esterel. Tra e i boschi ed i sentieri nei quali, come ogni anno, è stato ricavato un tracciato mitico di difficoltà piuttosto elevata, con salite e discese brevi ma molto, molto tecniche. Rampe insidiose, ma raramente impossibili, e discese da “pelo sullo stomaco”,  tra rocce e terreno piuttosto friabile ma comunque tale da garantire un’ottima presa.

Nei passaggi in single track e tra piccoli canyon, nei sentieri tra i boschi raramente e solo per pochi secondi ti capitava di ritrovarti da solo: c’era sempre qualcuno da raggiungere, e qualcuno che ti inseguiva. E con i ritardatari delle griglie precedenti si creavano in alcuni punti dei fastidiosi tappi, più in discesa che in salita. Le iscrizioni di fatto sono aperte a tutti (ed alle partenze il campionario atletico è quanto mai vario) ma queste discese insidiose non sono poi così democratiche. In molti han preferito affrontarle a piedii; e se non si è sicuri meglio non provarci. Possono testimoniarlo i vari infortunati che han fatto ricorso all’impressionate sistema dei soccorsi. Per consentire un intervento alle 12.42 al km 19 (in coincidenza del nostro passaggio al culmine della dura salita della Flute), la corsa è stata addirittura fermata per circa 20 minuti.

 

Roberto al solito è partito a missile; anche se si è accorto in griglia di avere la forca della sua flash fuori uso. Per fortuna l’indemoniato marchingegno è tornato a fare il suo mestire per lo meno dopo una ventina di km. Giulio lo ha seguito per parecchio a debita distanza. Ha sempre bisogno un po’ per scaldarsi... Non si riusciva a pedalare a vista, ma le rispettive presenze si sentivano. Tra buoni amici un po’ di rivalità, ma solo per gioco, è d’uopo; ed in gara, come in un combattimento rituale senza feriti ma con molto onore, è giusto scornarsi un po’. E Roberto ha fatto proprio di tutto per conservare il suo vantaggio. A Giulio è sembrato di vederlo mentre, spingendo al limite della cricca, volgeva ripetutamente lo sguardo a terga nella speranza di incrociare l’avversario e staffilargli un bel grido di sfottò. Quel che è certo è che a Roberto non deve essere andata giù quando, fermo al terz’ultimo ristoro, ha visto passare avanti Giulio, che del ristoro se nè fregato bellamente... Ed ecco quindi Roberto sbracciarsi, sputare il sorso di integratore appena trangugiato, farsi largo tra gli accalcati a colpi di banane, e salire in sella per precipitarsi all’inseguimento. Al sorpasso due parole di sfottò per i pochi metri di salita assassina che Giulio, ahimè, si è trovato a percorrere a piedi per aver perso incolpevolemte l’equilibrio. E Roberto si è riportato in testa! Il resto della gara solo fatica e piacere agonistico, tra i pricnipii di crampi, sentieri, rocce, asfalto (poco) anche sabbia, sul tratto di spiaggia prima di rientrare nell’area umida che precede l’arrivo. Umida di molto, dal momento che negli ultimi minuti di gara si è scatenato un temporale di stampo monsonico... Quanto è bastato per evitare ai nostri, giunti al traguardo a pochi minuti di distanza l’uno dall’altro (ovviamente prima Roberto!!!) la doccia calda. E per imprimere più vivo il ricordo di un’esperienza da ripetere assolutamente l’anno prossimo.

 

Super Mario (non Mauro, vero Barbara?) il Presidente ha atteso irrequieto i nostri partecipanti al traguardo, incurante degli scrosci d’acqua. L’anno prossimo, ha promesso, ci proverà anche lui! La fatica è tanta, è vero; ma come spesso accade è direttamente proporzionale all’emozione ed alla soddisfazione. Appuntamento qui, in folto gruppo, il 13 ottobre 2013.

 

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