In viaggio verso l'Amstel Gold Race
Evvai! Questa volta la faccio, la Amstel Gold Race, ma a modo mio da cicloturista.
L’avevo pensata l’anno scorso ma poi non ero stato sorteggiato.
Domenica 8 aprile, Pasqua
Sono partito da San Donato Milanese alle 7 precise, giornata stupenda, temperatura ideale; il lungo naviglio senza ciclisti e runners, bellissimo.
Avevo azzeccato la giornata giusta per partire. Ma arrivato sul lago maggiore il vento ha iniziato a sbuffare e non poco. Pit Stop culinario (insalata di riso e patate lesse) su una panchina del lago mergozzo e poi su per la val d’Ossola contro un vento sempre più forte freddo e contrario. Riuscivo anche a forare la ruota prima di arrivare all’imbocco del tunnel del Sempione e quando ho chiesto ad un ferroviere il collegamento per Kandersteg, questo mi ha sorriso e detto che non sarei mai sceso senza le catene da li; aveva nevicato e le strade non erano percorribili se non con le catene. Mi ha consigliato di fermarmi alla fermata seguente, Spietze. Avevo lasciato la primavera e ritrovato l’inverno. Ho pedalato ancora un pò fino a Thun dove conoscevo un albergo. Dopo 170 km il primo attacco alla “montagna”, così ho chiamato il viaggio, era partito.
Km percorsi 170 e 1357mt dislivello.
Lunedi 9 aprile
Mi sveglio presto e le bandiere che pubblicizzano l’hotel sono praticamente tese da un vento gelato. Decido di mettermi la divisa invernale.
Fuori è tutto grigio e minaccioso. Freddo. Molto freddo. Esco da Thun seguendo il gps e subito mi porta in stradine secondarie. Passo per Berna, capitale svizzera, ancora addormentata e senza fermarmi un istante tiro dritto per Grenchen, dove un trenino mi porta in 5 minuti dall’altra parte del tunnel. Piove. Poco per fortuna. Da qui iniziano una miriade di salite e discese in mezzo ai boschi in un paesaggio quasi autunnale, il Giura. In un punto sono costretto a tornare indietro e rifare un’altra strada collaterale perchè la pendenza era così elevata che col mio carrellino non ce l’avrei mai fatta. Decido di cambiare strada rispetto al tracciato che avevo preparato a casa ed invece di tagliare verso i Vosgi le cui cime da lontano erano alte ed innevate mi dirigo verso Mulhouse. Stavo bene fisicamente così ho deciso di tirare dritto ancora un pò fino al paese di Ensisheim dove sono riuscito a trovare un buon albergo. Doccia e bistecca.
Km percorsi 160 e 1427mt dislivello.
Martedì 10 aprile
Quando mi sveglio e vedo il sole mi sembra di sognare. E via si parte. Stop in una boulangerie di Colmar a fare il pieno di croissant e baguette e poi per stradine in mezzo ai vigneti e ai primi contrafforti alsaziani. Passo Selestat e poi mi fermo a scattare 2 foto in una graziosissima cittadina alsaziana, Obernai. Da qui a Molsheim, famosa per la fabbrica della Bugatti. Quindi in direzione Saverne, dove cambia il tempo (pioggia battente fino a Sarre Union dove stanco e bagnato come un pulcino riesco a trovare una camera (l’ultima ) in un hotel un pò scalcinato ma con proprietari simpaticissimi. Faccio una mangiata astronomica ma sono un pò depresso per le condizioni atmosferiche (danno 4 giorni di pioggia).
Km percorsi 150 e 1289mt dislivello.
Mercoledì 11 aprile
Oggi sarà un giorno fondamentale per il viaggio (sono un pò stanco nonostante riesca a dormire) e quindi fin dall’inizio sotto un acquerugiola m’impegno per essere il più costante possibile nella pedalata cercando di macinare km importanti. A Puttelange m’innamoro di 2 bignè lunghi al cioccolato che divoro in 30 secondi. Dopo S. Avold inizia una salita che non finisce più, c’è sempre una collina più alta di quella che salgo.” Calma Valerio prima o poi finirà non siamo sullo Stelvio” e finalmente all’apice c’è un bel cartellone “benvenuti in Lorena”, la regione che non ha pianure, o si scende o si sale all’infinito.Dovevo arrivare a Metz ma stufo del traffico pesante ho deciso di tagliare per stradine secondarie. E la scelta si è rivelata vincente perchè non avevo più macchine e camion che sfrecciavano e perchè il paesaggio era decisamente bello. Inoltre dulcis in fundo era anche spuntato il sole; alla faccia delle previsioni. E dopo aver pranzato in una fermata d’autobus ho iniziato a pedalare macinando km,passando la diga sulla Mosella e a fianco dei 4 reattori nucleari di Cattenom, una cittadina di sfigati che vive proprio sotto alla centrale.
Sono arrivato a Lussemburgo sotto un temporale ma ne avevo ancora e quindi ho cercato di portarmi ancora più a nord e dopo l’uscita del sole con paesaggi stupendi al tramonto mi son fermato a Larochette dove ho trovato un bellissimo ed efficientissimo ostello.
Km percorsi 165 e 1986mt dislivello.
Giovedì 12 aprile
Cacchio! Quando mi sveglio pioviggina e fa freddo. Alla meta manca ancora tanto. Le gambe sono imballate, non giro. Lo capisco dai primi km. Nelle salite faccio fatica e inoltre sono nel nulla delle colline lussemburghesi, vacche, vacche e vacche. Finchè all’ennesimo cambio sento uno sdeng e capisco subito cosa è successo, è partito un raggio.Non dir gatto se non ce l’hai nel sacco! Diceva il Trap. E ora! Le vacche mi si avvicinavano incuriosite in tante. Telefono a casa e mia moglie mi dice che a 5 km c’è un paese Vielsalm che sembra grosso, potrebbe esserci un ciclista. Quando arrivo, rigorosamente in piedi sui pedali per non danneggiare la ruota, e lo vedo all’inizio del paese mi si apre un mondo. E questo, gentilissimo, in 20 minuti mi rimette in sesto il mezzo. E vai! Colpito da una botta di culo inaspettata che mi infonde il buon umore inizio a pedalare come un forsennato. Supero Spa, cittadina alla moda per il famoso circuito di formula 1, e infilo a raffica un temporale dietro l’altro. Quando supero la E40 so di non essere lontano ma ad Herve devo fermarmi perchè una grandinata esagerata fa diventare bianco il paesaggio.
Riparto al primo spiraglio ma l’acqua che tiro su è ghiacciata e non sento più i piedi dal freddo.
Ma quando vedo il cartello Maastricht è fatta. Fatta! Sono felice per averla conclusa nei tempi che mi ero prefissato anche se è stata faticosa.Ora ho un giorno per riposarmi per l’Amstel Gold Race ed unirmi al magico gruppo Cassinis.
L’ultima cosa : la ricerca di un hotel sotto una pioggia costante al terzo tentativo va in porto. Ed ora quella che io chiamo la più bella invenzione degli ultimi 100 anni : la doccia.
Km percorsi 165 e 2134mt dislivello.
Valerio Sala