Dalla Sagrantino: Rapunzoli e “Up and Down”

Dopo circa sei ore di viaggio arriviamo nei pressi della meta. Il fido navigator e alla mia destra se ne esce con un :”Sarà in cima a una collina?”,”Vedi tu”, rispondo “si chiamasse Montetalpa sarebbe in basso ma con un nome del genere dove vuoi che sia...”

 

Eccolo Montefalco. 

Si vede da lontano abbarbicato sul cocuzzolo di una collina e il primo pensiero è:”Sarà dura arrivare al traguardo domani”. Prima però si va in albergo. E qui comincia un weekend stupendo. La “location” Villa Zuccari è bellissima (grazie Titty). Un lussuoso habitat con parco e piscina (peraltro non utilizzabile vista la stagione) una camera che poteva accoglieremetà squadra (non in senso biblico) con anche la vasca idromassaggio (che qualcuno ha utilizzato la domenica mentre il coniuge faticava su e giù per le montagne). Siamo i primi e alla spicciolata arrivano tutti tra cui il gruppo di Carol e Papy reduci da una pausa pranzo in un'osteria li vicino che ci descrivono (e che poi risulterà anche a noi) straordinaria. Facciamo gli onori di casa e poi si va tutti su in paese.


L'avventura del Prestigio 2012 comincia.

Andando a prendere i pacchi gara passeggio con Alberto il quale dice che l'indomani sale in paese comunque in bici. Io che ho visto le rampe penso “Col cavolo, io vengo in macchina” e lui “Titic titoc domani ci dovremmo mettere 4 ore e mezza 4 e 45 al massimo” e io, per darmi un tono” “Si, ma solo se andiamo via tranquilli....” 
La consegna dei pacchi gara avviene in tre luoghi diversi uno più bello dell'altro e il peregrinare è interrotto spesso da soste presso bancarelle che offrono di tutto e di più a livello di delizie locali: vino (ho scoperto in Walter un acuto intenditore ) olio, formaggi, insaccati e perfino cioccolato (ho ri-scoperto in Walter un acuto intenditore). Due o tre Gran Fondo da queste parti farebbero la felicità del dietologo che presta i suoi servizi ad alcuni Cassinis (nel senso che un paio di chili in più a gara non te li toglie nessuno....a parte lui). Incontriamo nuovamente un compagno di avventure che ultimamente ci segue ovunque. Eolo infatti si presenta in tutto il suo splendore con l'aggiunta della tempera tura. Il vento che arriva su nella piazzetta del paese è oltre che forte anche gelido e il Papy ed io per ripararci mettiamo il cappuccio della felpa sopra il berrettino il che, contando anche gli occhiali da sole, il che, non fosse per il colore della pelle e...l'età, ci fa sembrare membri della band di MC Hammer prima di un concerto.


Prima dell'aperitivo in cui dovremmo esserci tutti si apre il siparietto delle telefonate con un gruppo dei nostri che deve ancora arrivare (in tutto saremo più di venti e non riusciremo mai a stare tutti insieme) al grido di “Stiamo arrivando” poi dopo cinque minuti “Prima passiamo in albergo” “No ritiriamo subito i pacchi gara “ e cosi via. Li ho visti solo dopocena alle 10.

 

A cena Teresa ed io facciamo uno strappo alla regola e ci facciamo una cenetta romantica nell'osteria di cui sopra e......scopriamo un mondo diverso. I gestori sono una coppia simpaticissima che parlano del proprio lavoro con una amore e una cura particolari. Lui, che è cuoco, ci descrive tutti i piatti come se parlasse dei suoi cari con affetto e rispetto lei, a un certo punto ci porta una terri na con dentro, ci spiega, una verdura particolare i Rapunzoli che dice, è difficilissimo raccogliere a mano perchè sono pochi e nascosti e poi ci si impiega ore
a lavarli e lo fanno i genitori di lui che sono in pensione. Io, che sono una capra, nel doppiosenso che mangio verdura come una.... e a volte ho la sensibilità di una.... ne chiedo subito un'altra porzione. Lei mi guarda come se avessi chiesto un bis di una fiorentina da un chilo e dice “devo vedere se per caso ne sono avanzati un pò”. Lui, ignaro di tutto, ci spiegherà poi che il prezzo di quella roba li al mercato e di circa 40 euro al chilo. Con un po' di senso di colpa divoro anche l'altra porzione. Buonissimi.

 

Gli altri intanto decidono le strategie per la corsa e, con mia grande sorpresa, quasi tutti optano per la partenza alla francese alle 8.00 compreso gli atleti di punta. Un manipolo di irriducibili (Gigi, Edo il Losco ed io decidiamo di partire in griglia alle 9 e 30 perchè come dice il Losco “E' più bike cosi”.

 

Al mattino alle 7.00 ci troviamo tutti a colazione e qui scopro un'altra dimensione Cassinis. Al tavolo con Petrus e Edo si ferma il tempo, perchè questi due simettono a filosofeggiare di vita e comportamenti umani come due maestri dell'antica Grecia, facendo sembrare il mio banale tentativo di mettere la marmellata su una fetta biscottata come il comportamento di un allievo distratto e poco diligente. Il Papy mi guarda, guarda con affetto Petrus come dire, lui è così che civuoi fare.


Alle nove e trenta si parte sotto le mura. C'è un po' di confusione ma il posto e il panorama sono bellissimi e chi se ne frega. La partenza è tutta in discesa e la mia gara comincia …..in salita nel senso che ho subito un po' di problemi. Mi fermo dopo due km ma non riesco a risolverli del tutto. Gli altri, nel frattempo, sono spariti e penso “un'altra cavalcata solitaria”. Li rivedrò, infatti solo all'arrivo. Il percorso è bellissimo ma le strade, in alcuni punti, ricordano il “meglio, o il peggio,dell'oltrepò pavese. A un certo punto c'è un tratto di circa 3 km di sterrato pieno di saliscendi (scoprirò più tardi al pasta party grazie al Losco che è molto più “bike” definirli up and down), sarà la stanchezza della partenza faticosa ma mi sembra di vedere un sacco di rapunzoli ai bordi della strada e quasi mi viene la voglia di fermarmi e raccoglierli visto la cifra 
che se ne potrebbe ricavare. 
Nell'unico tratto in pianura di circa 10 km non pago del suo splendore Eolo mi presenta anche tutta la sua famiglia e parenti fino al terzo grado. Non so come sarà in Olanda ma io, in bici, non ho mai trovato una roba del genere. Testa bassa, profilo...aereodinamico, fatica boia, ero da solo come una carogna, 18 km orari e fatica per cercare di non cadere. 

Dopo l'impegnativa salita di Trevi c'è un tratto di strada dissestata che costeggia un canale. Trovo un gruppetto e si va con apprensione verso il finale che tutti temono.
Gli ultimi 3 km sono, infatti, la ciliegina sulla torta. Una sorta di Lissolo di doppia lunghezza (due punte al 16 % )sul quale, come per incanto, ricomincio a carburare bene e infatti , stacco i mie compagni di viaggio e visto il nome del posto mi “involo” però come un …..falcone.... verso il traguardo in centro paese.

Sono un po' dispiaciuto per le difficoltà in partenza e nella prima parte della gara ma il pasta party luculliano(pasto completo più vino locale) e soprattutto la presenza del mio “navigatore” preferito mitigano un po' il dispiacere.

Scoprirò solo il giorno dopo di aver portato a casa il quinto tempo Cassinis e, quello che più conta, a non più di cinque minuti dal primo (che, come il secondo, ho scoperto aver avuto i suoi bei problemi). In ogni caso, soddisfazione e come scriverebbero su CT “la Sagrantino?” “Fatta”.
Penso che anche il Losco lo definirebbe un weekend con molti up e pochi down.

 

Sandro

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